La costellazione dell'Orsa Maggiore, visibile da tutto l'emisfero boreale, è circumpolare da metà di esso: infatti le stelle principali non tramontano mai al di sotto dell'orizzonte al di sopra dei 41° di latitudine nord. E' sicuramente una delle costellazioni più famose del cielo, ma in realtà sono soprattutto celebri le sue sette stelle principali che formano il sottogruppo (asterismo) chiamato “Grande Carro”. La costellazione è molto vasta, e per superficie si colloca al terzo posto tra le 88 costellazioni che suddividono l'intera volta celeste. La facilità di identificazione e la costante presenza al di sopra dell'orizzonte la rendono uno dei classici punti di partenza per poter imparare a riconoscere le altre costellazioni del cielo. Le sue stelle alfa e beta (Merak e Dubhe) sono utilizzate per individuare la Stella Polare, rintracciabile prolungando la loro distanza per 5 volte partendo da Dhube. Invece l'allineamento tracciato tra le stelle delta e gamma (Megrez e Phecda) serve per identificare, lungo questa direttrice, Regolo, la stella alfa della costellazione del Leone. Invece le tre stelle del timone del Grande Carro (Alioth, Mizar e Alkaid) indicano con il loro prolungamento la stella più luminosa dell'emisfero boreale, Arturo della costellazione di Bootes.
Le sette stelle principali dell'Orsa sono celebri in molte culture del mondo. La loro importanza derivava di trovarsi piuttosto vicine al Polo nord celeste, e quindi utili per identificare di notte la posizione dei vari punti cardinali. Inoltre sono state le prime stelle citate nella letteratura occidentale, più esattamente da Omero che spiegò come venissero utilizzate per orientarsi nella navigazione notturna nel Mediterraneo. Per i romani erano invece sette buoi che peregrinavano costantemente nel celo compiendo un cerchio: dal latino Septem triones (sette buoi) nasce quindi il termine settentrione che ci indica la direzione nord. Nella mitologia greca la costellazione era invece legata alla figura di Callisto, una delle ninfe di Artemide: concupita da Zeus venne trasformata in una orsa dalla moglie del re degli dei, Era, ma poi fu trasportata in cielo insieme al figlio, frutto del tradimento celeste.
M101 è la galassia Girandola una bella spirale visibile già con un piccolo telescopio al vertice di un ipotetico triangolo formato con le stelle Mizar e Alkaid. Dista circa 19 milioni di anni luce da noi, e con un diametro di 170.000 anni luce è decisamente più grande della nostra Via Lattea.
M81-M82 sono due galassie vicine tra di loro, legate assieme dalla forza gravitazionale, ben visibili con un piccolo telescopio: mentre M82 ci appare come un sigaro (la vediamo di taglio), M81 nostra una chiara struttura a spirale. Entrambe distano circa 12 milioni di anni luce.
M97 è chiamata Nebulosa Gufo o Civetta per la particolarità di possedere due zone scure al suo interno che ricordano gli occhi rotondi tipici dei rapaci notturni. E' visibile con un telescopio di medie dimensioni e si trova non lontana dalla stella Merak.